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venerdì 4 settembre 2009

NFS per condividere file tra macchine Linux

Premessa

Dopo aver installato Debian sul mio NSLU2, ho sentito l'esigenza di condividere una o più partizioni tra il mio PC con Ubuntu e l'NSLU2.
A questo scopo è possibile utilizzare il servizio NFS dato che la condivisione opera tra due macchine linux.

NB: Nel seguente esempio il mio server è l'NSLU2 all'indirizzo 192.168.1.100 mentre il mio desktop può avere un indirizzo tra 192.168.1.2 e 192.168.1.5 mentre il rounter ha indirizzo 192.168.1.1. Nella vostra rete gli esempi sono da adattare di conseguenza.



Lato Server (NSLU2)

Ebbene si, l'NSLU2 viene pensato come il server della situazione...
Si acceda come root da shell e prima di tutto si installino i servizi necessari:

apt-get install portmap nfs-kernel-server

Successivamente è necessario comunicare al NSLU2 quali sono le directory da far visualizzare all'esterno. Per questo si editi il file /etc/exports aggiungendo una o più righe a seconda di quante sono le directory da condividere. Si segua questa sintassi:

/home/nathanvi 192.168.1.2(rw,sync) 192.168.1.3(rw,sync) 192.168.1.4(rw,sync) 192.168.1.5(rw,sync)


dove /home/nathanvi è la directory da condividere, 192.168.1.2 è l'indirizzo IP con il quale condividere e quelle tra parentesi sono le opzioni molto ben documentate anche nel file stesso.
Ora è meglio dare uno sguardo al lato sicurezza ed in particolare andiamo a dire quali client possono e quali non possono accedere al NSLU2 su determinati servizi.
Per far questo editiamo il file /etc/hosts.allow e aggiungiamo la seguente riga al fondo:

portmap mountd nfsd statd lockd rquotad: 192.168.1.2, 192.168.1.3, 192.168.1.4, 192.168.1.5


e modifichiamo /etc/hosts.deny

portmap mountd nfsd statd lockd rquotad: ALL


per inibire l'accesso a tutti gli altri. Al posto di ALL si può mettere anche un singolo indirizzo IP.
Per rendere le modifiche operative, da shell diamo i seguenti comandi:

/etc/init.d/portmap restart
/etc/init.d/nfs-kernel-server restart


Lato Client (il PC Desktop con Linux)

A questo punto ci possiamo concentrare sul nostro desktop.
Installiamo i servizi come abbiamo fatto sul server. Anche qui operiamo come root da shell:

apt-get install portmap nfs-common


E, sempre come abbiamo fatto sul server, spendiamo due parole sulla sicurezza.
Modifichiamo il file /etc/hosts.allow

portmap: 192.168.1.100


e il file /etc/hosts.deny

portmap: ALL


Creiamo una directory dove montare la nostra partizione remota:

mkdir /home/nathanvi_su_NSLU2


e montiamo la directory:

mount -t nfs 192.168.1.100:/home/nathanvi /home/nathanvi_su_NSLU2


A questo punto se visualizzate il contenuto della directory appena creata, dovrebbe contenere ciò che c'è in /home/nathanvi sul NSL2...
Se si vuole che ad ogni riavvio, la directory sia montata in automatico possiamo modificare il file /etc/fstab aggiungendo la riga:

192.168.1.100:/home/nathanvi /home/nathanvi_NSLU2 nfs rw,hard,intr,noauto,exec,suid 0 0

Le varie opzioni si riferiscono a comportamenti differenti. In particolare:
  • defaults Usa le impostazioni di default, ovvero rw,suid,dev,exec,auto,nouser e async

  • ro Monta la condivisione in sola lettura (da usare al posto di rw)

  • noauto Evita di montare automaticamente il filesystem all’avvio. Utile se la condivisione non è sempre disponibile

  • user Permette di montare la condivisione anche da utente normale

  • exec Permette di mantenere i privilegi per i file eseguibili

  • suid Permette di mantenere il suid

  • dev Dispositivi a blocchi

Con questo è tutto.
Prima di terminare ecco l'output sul mio desktop del comando df -h; si noti l'ultima riga....:

# df -h
File system Dimens. Usati Disp. Uso% Montato su
/dev/sda2 24G 5,8G 17G 27% /
varrun 1,5G 140K 1,5G 1% /var/run
varlock 1,5G 0 1,5G 0% /var/lock
udev 1,5G 52K 1,5G 1% /dev
devshm 1,5G 168K 1,5G 1% /dev/shm
lrm 1,5G 39M 1,5G 3% /lib/modules/2.6.24-19-generic/volatile
/dev/sda6 218G 207G 14M 100% /home
192.168.1.100:/home/nathanvi 100G 188M 95G 1% /home/nathanvi_NSLU2

Tasto Power in NSLU2 con Debian

Dopo l'installazione di Debian sul NSLU2, il tasto "Power" serve per accendere l'apparecchio ma se questo è acceso e lo si preme, invece di spegnersi si riavvia.
Per ripristinare la sua funzione e fare in modo che premendo il tasto power questo si spenga, si editi:
/etc/inittab
e cambiare la riga
ca:12345:ctrlaltdel:/sbin/shutdown -t1 -a -r now

in
ca:12345:ctrlaltdel:/sbin/shutdown -t1 -a -h now

dove è stato cambiato la "r" di reboot in "h" di halt

venerdì 8 maggio 2009

NSLU2 Backup via rete

Premessa

Quando si parla di backup all'interno di una piccola azienda o in casa, di solito si pensa ad un hard disk portatile sul quale salvare di tanto in tanto, quando ci ricordiamo ed abbiamo voglia, i nostri dati.
Questo metodo ha il vantaggio di essere economico (un hd da 500Gb oggi costa sul centinaio di euro) ma manca di sistematicità ed è limitato.
Un hard disk, infatti, è collegabile ad un singolo computer per volta e non è possibile accedervi da remoto. Queste funzionalità, sebbene per l'utente casalingo siano inutili, per un piccolo ufficio possono rappresentare un plus importante. Per rispondere a questa esigenza esistono diversi sistemi e tutti piuttosto costosi.
Tempo fa però mi sono imbattuto nel NSLU2 . Di seguito qualche considerazione.

NSLU2

L'NSLU2 è un apparecchietto veramente compatto ed estremamente economico (circa 100€). E' dotato di due porte USB alle quali si possono attaccare altrettanti hard disk o chiavette USB sia 1.1 sia 2.0 ed una scheda Ethernet. E' prodotto dalla Linksys ed il suo cuore è costituito da un processore ARM a 266MHz con 32Mb di memoria flash sul quale è immagazzinato un firmware minimale.
Il sistema operativo è, ovviamente, linux. Una versione ridotta come si può facilmente immaginare.
Tale sistema permette di collegarsi da macchine windows, mac e linux via samba ed essere utilizzato come fileserver mettendo a disposizione ben due hard disk in maniera del tutto trasparente per l'utente finale che vedrà un semplice hard disk contraddistinto da una lettera.
L'NSLU2, inoltre, è dotato di interfaccia web e può essere controllato da remoto. Anche i file, debitamente protetti da password, possono essere scaricati da remoto tramite l'interfaccia web. Oltre a tutti questi vantaggi sono da notare anche le dimensioni estremamente ridotte (in figura si vede che è poco più grande di una mela) ma soprattutto l'assenza di rumorosità (non ci sono ventole che girano per cui estremamente silenzioso) e i bassissimi consumi.

C'è di più sotto la superficie

Come accennato precedentemente, il sistema operativo di questo apparecchietto è linux. Questo è ovviamente un vantaggio perchè ci permette di modificare il sistema operativo a nostro piacimento.
Navigando sul web, infatti, è facile trovare informazioni riguardanti hacking del sistema operativo. Il sito di riferimento è http://www.nslu2-linux.org/ nel quale si possono trovare informazioni su come modificare il cuore del sistema. E' possibile, infatti, installare distribuzioni differenti; addirittura una debian 5.0.
E' facile immaginare le possibilità che questo comporta. Si può pensare di "trasformare" il nostro NSLU2 in un server di posta, ftp, ssh, openvpn....
Ci sono alcuni progetti sul web di persone che lo hanno "trasformato" in un sistema GPS, altri che lo hanno fatto diventare un server IMAP/SMTP. Insomma, può essere adatto a tutte quelle applicazioni che non necessitino di interfaccia grafica (sebbene un fluxbox minimale sia concesso installarlo) e di un utilizzo della CPU contenuto. L'installazione del firmware è molto semplice e non comporta particolari difficoltà.

Conclusioni

In conclusione sono entusiasta di questo apparecchietto.
Il costo piuttosto basso permette l'acquisto anche da parte dell'utente casalingo.
Le prestazioni non sono titaniche ma per sistemi di casa e piccoli uffici sono decisamente buone.
L'elevato tempo di uptime ed il basso consumo lo rendono un compagno ideale se si vogliono buoni rendimenti senza spendere capitali in elettricità.
Infine la quasi assenza di rumorosità lo rendono ideale anche da mettere in camera da letto.